• 27 Giugno 2024

Aziende in crisi? Ci pensa il mentor

 Aziende in crisi? Ci pensa il mentor

Giancarlo Coppola

Quella dell’Early Warning European mentor è una nuova figura professionale, voluta e sostenuta dall’Unione Europea. A parlarne ad Italia Economy è Giancarlo Coppola, calabrese, commercialista, specializzato nella gestione di crisi d’impresa, che si sta formando per supportare i piccoli e medi imprenditori in difficoltà.

Coppola, chi è e cosa farà il mentor?

L’Early Warning European mentor è un professionista che nell’ambito di un rapporto di complicità e reciproca fiducia aiuta l’imprenditore a venir fuori dalle fasi delicate.  Lavora fianco a fianco con l’imprenditore, aiutandolo a riconoscere i problemi che hanno causato le difficoltà aziendali. Problemi che possono essere, anzi, in un gran numero di casi lo sono, di tipo personale. Il mentor è di supporto all’imprenditore, poiché lo rende consapevole dei suoi limiti e dei suoi punti di forza, e riporta l’azienda su un sentiero di crescita in equilibrio.

Oggi le aziende che affrontano una crisi sono sole?

In Italia, oggi, la figura principale che interviene in aiuto delle imprese in crisi è l’esperto nella composizione negoziata della crisi di impresa. Questo, però, agisce quando l’impresa è in seria difficoltà e può proporre un taglio dell’indebitamento ai creditori. L’Early Warning European Mentor, invece, interviene ai primi segnali di difficoltà, anticipando la crisi, per evitare che questa insorga.

Quando sarà utile ricorrere al mentor?

Mi ricordo di una pubblicità che faceva: prevenire è meglio che curare. Pertanto, il consiglio è: Almeno una volta l’anno rivolgetevi ad un esperto per fare un check up della vostra azienda, perché i problemi in fase iniziale sono subdoli e quando si manifestano è più difficile venirne fuori. Tuttavia, purtroppo, anche come accade per i problemi di salute, siamo portati a trascurare i controlli di prevenzione. Per questo, dico agli imprenditori: Rivolgetevi ad un esperto ai primi segnali di difficoltà.

Chi potrà fare il mentor? Servono, cioè capacità, titoli di studio particolari?

Il mentor, come individuato a livello UE, è una figura complessa che possiede competenze multidisciplinari: dal management alla finanza aziendale, al marketing, alla psicologia. Non servono titoli di studio particolari, ma competenze reali acquisite sul campo. È necessario seguire un corso di formazione, come quello appena concluso e finanziato dalla UE, organizzato da EWEMA. Coloro che hanno partecipato al primo corso, e io sono tra questi, si uniranno in una associazione per costruire un network di mentor esperti nella crisi d’impresa. Il prossimo corso dovrebbe partire nel mese di maggio e concludersi a novembre. Possono partecipare professionisti residenti nell’ambito UE e che abbiano competenze nella gestione d’impresa.

Prima dell’estate nascerà un’associazione tra i mentor italiani. Qualche anticipazione?

Al termine del primo corso EWEMA, abbiamo deciso di costituire una associazione per costruire una rete di mentor diffusa su tutto il territorio nazionale. La sede principale sarà a Roma. Punteremo a diffondere cultura d’impresa e buone pratiche di gestione imprenditoriale. Ma anche a mettere in contatto gli imprenditori in difficoltà con la figura del mentor per aiutare le imprese ad uscire da una eventuale crisi. Per iscriversi sarà necessario aver frequentato un corso di formazione organizzato da EWEMA.

Nascerà un albo dei mentor?

Non è previsto che sia una professione ordinistica. Sarà una attività di cui alla legge 4/2013 e sarà disciplinata dalle regole che ci daremo in sede di costituzione dell’associazione, dalla stessa legge 4/2013 ed eventualmente dalle disposizioni del MISE, se decideremo di iscrivere l’associazione all’apposito registro tenuto dal ministero.

Cosa serve perché si imponga questa nuova figura?

In primo luogo, la diffusione di una maggiore cultura imprenditoriale. Un imprenditore più consapevole sarà maggiormente in grado di percepire quando qualcosa non va nella sua azienda e avvertire i primi segnali di allarme in tempo utile per poter intervenire con maggiore efficacia.

A quale tipo di impresa sarà subito utile?

Soprattutto alle PMI, che in genere non possiedono skill di tipo manageriale e nelle quali l’imprenditore guida l’azienda a vista.

Intanto, in breve, quando si può parlare di crisi d’impresa?

Tecnicamente un’azienda è in crisi quando non riesce a produrre risorse, in particolare quelle finanziarie per far fronte alle proprie obbligazioni o sostenere gli investimenti. La crisi può manifestarsi, però, in diversi modi. Potrebbe trattarsi di crisi da inefficienza o crisi di tipo finanziario, crisi con cause strategiche, crisi di mercato.

Crisi: in altri Paesi europei viene gestita meglio e con strumenti più efficaci?

Non direi che negli altri Paesi europei la crisi venga gestita meglio. La differenza fondamentale è che gli imprenditori europei ai primi segnali di difficoltà non hanno esitazioni a rivolgersi ad uno specialista che li aiuti a risolvere i problemi aziendali e in questo modo per loro è più facile uscire dalle acque agitate. L’imprenditore italiano, per problemi culturali, orgoglio, un senso di vergogna, tende a rinviare la soluzione del problema fino a quando diventa irreversibile. Forse l’imprenditore europeo ha una consapevolezza maggiore del funzionamento della propria impresa dovuto ad una maggiore cultura imprenditoriale.

Cinzia Ficco

 

 

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Redazione

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