Filiera legno: la sostenibilità agli enti locali

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Il settore del legno chiede regole sostenibili: meno burocrazia e più attenzione alle imprese per garantire crescita e tutela del territorio

In occasione del Comitato Misto Italo-Austriaco che si è svolto prima della Giornata Internazionale del legno (11 e 12 settembre) a Pörtschach, Federazione Filiera Legno, punto di riferimento per i settori industriali del legno con particolare riferimento ai segmenti dell’imballaggio e del legno strutturale, congiuntamente all’ Associazione delle Industrie Austriaca ha fatto il punto sull’agenda e su una programmazione industriale di settore.

Dall’incontro è emersa una richiesta chiara: un processo legislativo più vicino alle necessità delle imprese. La preoccupazione principale riguarda il Regolamento europeo sulla deforestazione (EUDR), che potrebbe rendere più difficile reperire la materia prima, con conseguente rischio economico: una diminuzione dell’1% nella raccolta di legname in Europa si tradurrebbe in una perdita di circa 10,3 miliardi di euro per il settore.

La Federazione Filiera Legno e l’Associazione Austriaca sottolineano dunque la necessità di rivedere il Regolamento EUDR e congiuntamente chiedono di rinviare la norma e avviare un dialogo per definire processi condivisi. L’obiettivo è permettere alle imprese di concentrarsi su crescita, posti di lavoro e innovazione, per favorire la transizione economica del Paese.

Il regolamento EUDR, seppur nato con il lodevole obiettivo di proteggere le superfici forestali dalla deforestazione, rischia infatti di essere un ostacolo per un settore custode del paesaggio, dove imprese boschive e aziende della filiera già operano in un contesto legislativo strutturato dovuto alla consapevolezza che il territorio forestale è il primo patrimonio per la stabilità e la programmazione dell’industria di settore.

Il regolamento impone oneri burocratici e obblighi di tracciabilità talmente complessi da risultare insostenibili, soprattutto per le migliaia di piccole e medie imprese che costituiscono la spina dorsale della filiera boschiva nazionale. Il rischio concreto è l’abbandono delle attività di gestione forestale, con conseguenze negative per la tutela del territorio, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la sopravvivenza economica delle aree interne e montane del Paese. A tal proposito, entrambe le realtà associative stimano una diminuzione della produzione di segati dell’ordine del 10%, dovuti all’eccessivo peso burocratico con conseguenti rischi anche per la tenuta dei territori montani.

Tale preoccupazione è fortemente condivisa a livello europeo e con Conaibo (Coordinamento Nazionale Imprese Boschive), realtà con cui la stessa Federazione Filiera Legno ha stretto un importante accordo per arrivare ad una rappresentanza comune. Per questo, Federazione Filiera Legno – insieme ad altre nove corpi intermedi europei e coinvolgendo le associazioni di Austria, Germania e Francia – ha inviato nei giorni scorsi una lettera indirizzata alla Presidenza danese del Consiglio dell’UE per proporre di delineare una nuova strategia di sostenibilità. La richiesta non è quella di attivare un processo di “deregolamentazione” ma di applicare razionalmente gli strumenti legislativi già esistenti, tenendo conto di cosa serve davvero al settore a livello europeo: innovare il lavoro in bosco, formare gli addetti e garantire la sicurezza, accelerare la digitalizzazione.

“La EUDR, così com’è scritta, rischia di penalizzare i Paesi che da decenni tutelano il patrimonio forestale. L’Italia invece è un modello di gestione sostenibile, dove sussiste una stratificazione normativa e legislativa complessa; soprattutto pensando al tessuto delle nostre PMI e ricomprendendo le imprese boschive, non è oggi possibile pensare ad un modello di sostenibilità che si basi su un’amplificazione dei termini burocratici delle imprese. Non chiediamo una deregolamentazione ma che si ripensi ad un modello di tutela del nostro tessuto forestale e dove il paesaggio sia visto come elemento di sintesi tra attività dell’uomo e processi naturali. Il nostro settore, grazie alla lungimiranza degli imprenditori, sta reagendo ad un contesto economico e internazionale complesso ed è necessario che il legislatore proceda a supportare le imprese, accelerando l’utilizzo di strumenti che snelliscano il carico burocratico e che si costruiscano strumenti di sviluppo in termini di innovazione e posti di lavoro, soprattutto entro le aree interne e montane del nostro Paese”, dichiara Angelo Luigi Marchetti, Presidente di Federazione Filiera Legno.

I numeri di un settore strategico
Nelle giornate del 11 settembre e del 12 settembre, il settore del legno ha inoltre fatto il punto sul mercato e sullo stato di salute della filiera. Nonostante un quadro internazionale incerto e nervoso, secondo i primi outlook, il settore dimostra una buona resilienza per il 2025. Per quanto riguarda il comparto edile, il mercato residenziale ha mostrato segnali di difficoltà nel primo semestre (-4.7% in termini di investimenti in nuove realizzazioni rispetto all’anno precedente), ma a controbilanciare ci sono gli investimenti in opere pubbliche (+9,1%). A rafforzare il quadro anche i dati positivi del settore imballaggi che nei primi mesi dell’anno, in riferimento ai volumi prodotti, segna un +9% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Il settore del legno sta dunque vivendo un momento di svolta, dimostrando grande vitalità e ricoprendo un ruolo strategico per la transizione ecologica, trainato per il momento anche dalla spinta del PNRR.

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La Redazione

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