Competenze, innovazione e radicamento territoriale sono le leve con cui i giovani imprenditori possono attrarre talenti e investimenti, colmare il mismatch formativo e costruire un ecosistema competitivo e sostenibile
Intervista ad Antonio Amato, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali Napoli
Quali sono, secondo lei, le principali sfide e opportunità che oggi i giovani imprenditori campani si trovano ad affrontare?
«Segnalo un paradosso: mentre molte aziende sono alla ricerca di talenti altamente specializzati, un gran numero di giovani laureati stenta a trovare occupazione. C’è un disallineamento tra le competenze che il sistema formativo fornisce e quelle richieste dalle imprese. A ciò si aggiunge un significativo gap tecnologico, in particolare nelle competenze digitali, che frena lo sviluppo, malgrado i progressi registrati negli ultimi anni e il forte incremento di startup e PMI innovative.

Affrontare questo squilibrio significa agire anche sulla domanda, con politiche che promuovano l’innovazione. Va arginato il fenomeno della fuga dei cervelli, soprattutto perché a senso unico: sono pochi i giovani talenti stranieri o di altre regioni d’Italia che scelgono di lavorare nel nostro territorio. Dobbiamo trasformare questa criticità in un motore di crescita produttiva e sostenibile, valorizzando un “Made in Naples” che sappia unire produzione industriale, ricerca e innovazione, promuovendo anche l’inclusione sociale. Disegnare un futuro di crescita sostenibile significa ridurre le diseguaglianze».
In che modo la Campania può diventare un territorio attrattivo per investimenti e talenti, trattenendo le sue energie migliori?
«Dobbiamo colmare il divario tra domanda delle imprese e competenze disponibili. L’Unione Industriali Napoli sta lavorando attivamente in questa direzione, promuovendo accordi strategici con enti di formazione e atenei, come il recente Accordo Quadro con la Scuola Superiore Meridionale, che mira a connettere i percorsi di studio di eccellenza con le reali esigenze di settori ad alta specializzazione. Trattenere le energie migliori significa non solo offrire opportunità professionali concrete, ma anche migliorare la qualità della vita sul territorio, creare un ambiente in cui
le persone vogliano restare, vivere e investire. Per essere attrattive, Napoli e la Campania devono garantire servizi e strutture che inducano i potenziali investitori a scegliere il nostro territorio come sede di nuove iniziative e consentano alle imprese già presenti di competere a parità di condizioni con i competitor di altre aree».
Che ruolo svolge il Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali Napoli nel sostenere e accompagnare i giovani imprenditori del territorio?
«Cerchiamo di rappresentare un fattore di spinta al rinnovamento della città e della sua area metropolitana. Sosteniamo e accompagniamo i giovani imprenditori lungo un percorso di crescita e innovazione. Promuoviamo iniziative che creano un ponte diretto tra istruzione e lavoro, come l’Hackathon InnovAction 2025, realizzato in collaborazione con le Università Federico II, Vanvitelli e Parthenope. Agevoliamo chi parte da zero e desidera, con idee e progetti interessanti, diventare un giovane imprenditore. Il nostro impegno si esprime anche in termini di responsabilità sociale, con progetti di riqualificazione urbana e inclusione, come gli interventi per il recupero degli spazi contigui al Cimitero delle Fontanelle nel quartiere Sanità».
Qual è il ruolo dell’innovazione e della trasformazione digitale nello sviluppo delle imprese in Campania?
«L’innovazione e la trasformazione digitale sono pilastri per il futuro economico di quasi ogni area del pianeta. Il nostro Gruppo Giovani Imprenditori è in prima linea per facilitare questo processo sul territorio. Siamo consapevoli che l’innovazione non sia solo tecnologica, ma anche di processo e di modello di business. Il nostro ruolo è stimolare questa mentalità e promuovere un ecosistema in cui le imprese possano crescere e competere a livello nazionale e internazionale».
Ci sono settori emergenti su cui i giovani imprenditori campani dovrebbero puntare per il futuro economico della regione?
«Non crediamo a un futuro imprenditoriale pianificato dall’alto. Ogni settore può essere ricco di prospettive se sostenuto da spirito di iniziativa, creatività e cultura manageriale. La manifattura resta fondamentale, perché caratterizzata da maggiori tassi di innovazione e perché, se accompagnata dalla presenza di sedi direzionali e centri di ricerca, favorisce lo sviluppo di filiere produttive e della cultura d’impresa.
A Napoli, inoltre, vi sono prospettive di considerevole crescita per imprese in comparti trainanti come turismo e industria culturale. Naturalmente, le transizioni digitale ed ecologico-energetica costituiscono direttrici trasversali per qualsiasi impresa, incluse quelle guidate dai giovani imprenditori».