Scalapay ha rivoluzionato il settore dei pagamenti a rate, offrendo una soluzione flessibile e senza interessi per consumatori e brand. In un’intervista esclusiva, il Ceo Simone Mancini ci racconta il percorso di crescita dell’azienda e le sfide future dell’innovazione finanziaria
Scalapay, la fintech italiana che ha rivoluzionato il panorama dei pagamenti a rate, è oggi uno degli unicorni italiani più interessanti. Fondata nel 2019, la start up ha saputo intercettare le necessità di un pubblico sempre più attento a modalità di pagamento flessibili, in un contesto economico dove l’inflazione e il rallentamento dei consumi mettono sotto pressione il potere d’acquisto delle famiglie.
Come funziona? Scalapay permette al cliente di acquistare online e in negozio, ricevere subito i prodotti e pagare in rate mensili senza costi aggiuntivi: la prima rata viene versata al momento dell’acquisto, le successive tre nel trimestre seguente, una ogni mese.
Nel frattempo, Scalapay paga immediatamente l’intero importo al venditore, assumendosi anche tutti i rischi legati a frodi e mancati pagamenti. L’azienda punta quindi su una proposta di valore semplice e potente: consentire ai consumatori di dilazionare i pagamenti senza interessi, e ai brand di accedere a una nuova vasta base di clienti.
Oggi Scalapay conta oltre 10mila merchant e più di 8 milioni di utenti attivi: numeri che la pongono tra i protagonisti indiscussi del settore e tra le principali realtà della finanza digitale.
In questa intervista esclusiva con il Founder e Ceo di Scalapay, Simone Mancini, scopriamo come la soluzione di pagamento a rate offerta dall’azienda stia cambiando il modo in cui i consumatori fanno acquisti: analizziamo il percorso sostenuto in questi anni e i segreti che l’hanno portata essere un esempio di imprenditorialità innovativa Made in Italy.
Quali vantaggi concreti offre Scalapay ai brand che scelgono di integrare il pagamento a rate, nonostante le commissioni aggiuntive?

«I vantaggi per i brand sono molteplici e concreti. Innanzitutto, vediamoun aumento significativo del valore medio degli ordini e dei tassi di conversione: ne sono testimoni Stroili e Coin, ad esempio, che dall’inizio della collaborazione con Scalapay hanno visto una crescita dello scontrino medio pari, rispettivamente, all’oltre il 53 e al 100 per cento.
I nostri dati mostrano che i clienti che utilizzano Scalapay tendono a fare acquisti più consistenti, sapendo di poter dilazionare il pagamento. Inoltre, offriamo ai brand l’accesso a una community di oltre 8 milioni di utenti attivi, molti dei quali utilizzano l’app Scalapay per scoprire nuovi negozi.
Facciamo oltre 24m di referral ai nostri partner ogni anno – siamo diventati per molti un canale di acquisizione importante. Dando potere d’acquisto ai nostri clienti risolviamo anche il problema più importante del tasso di abbandono al checkout e quindi i clienti che noi indirizziamo
verso i nostri merchant partner convertono molto bene – meglio di tutti i canali marketing a pagamento».
A livello tecnologico, come garantite la massima sicurezza nelle transazioni e prevenite eventuali truffe?
«La sicurezza è una priorità assoluta per Scalapay. Operiamo sotto l’autorizzazione di Banca d’Italia, che garantisce i più alti standard di sicurezza nel settore finanziario. Per le truffe abbiamo sviluppato un sistema proprietario di valutazione del rischio
che analizza in tempo reale oltre 100 parametri per ogni transazione. Il nostro processo di approvazione combina efficienza e sicurezza, utilizzando tecnologie avanzate di machine learning per prevenire le frodi, mantenendo al contempo un’esperienza d’uso fluida e molto veloce per i clienti e gli esercenti».
Come contribuite a migliorare la relazione tra i brand e i consumatori attraverso la vostra soluzione di pagamento?
«Il nostro approccio va oltre essere un semplice gestore di pagamenti rateali. Sempre più spesso la relazione tra brand e consumatore
si vede ridotta a “me lo posso permettere o no” o “ci sono offerte o no”. Scalapay attua come acceleratore del funnel, dato che quando il brand contatta il cliente lo fa per vendere il proprio prodotto, ma quando Scalapay contatta l’utente lo fa dandogli il budget per acquistare quello che il merchant sta presentando.
È diventato un canale veramente importante per molti partner, i quali sono sempre alla ricerca di modi per comunicare con i propri clienti in un contesto dove le normative sulla privacy sono molto più stringenti di una volta».
Quali sono i settori aziendali più ricettivi verso il pagamento a rate e quali, invece, mostrano maggiore resistenza? A cosa attribuite queste differenze?
«Vediamo una forte ricettività nel settore fashion, dove siamo partner dei maggiori brand italiani e internazionali.Anche il settore travel sta mostrando risultati eccezionali con partner come Alpitour e SiVola. Abbiamo anche ottimi riscontri nel settore arredamento, con partner come Leroy Merlin, e nel settore bambini con Prenatal e Chicco. Le resistenze maggiori le troviamo nei settori con margini molto bassi, dove le commissioni possono incidere significativamente».
Essere un unicorno italiano è un risultato straordinario. Quali sono stati i passaggi chiave che vi hanno permesso di raggiungere questo traguardo?
«Il successo di Scalapay si basa su tre pilastri fondamentali. Primo, aiutare i clienti e specialmente le famiglie, in particolare quelli trascurati dalle banche e dalle istituzioni finanziarie, che stanno affrontando la diminuzione del potere d’acquisto causata dall’inflazione e dai salari che non riescono a tenere il passo.
Secondo, ci siamo concentrati sulla costruzione di partnership strategiche con i maggiori brand italiani, che ci hanno permesso di crescere rapidamente – oggi contiamo oltre 10mila merchant. Terzo, abbiamo mantenuto un forte focus sull’innovazione tecnologica e sulla customer experience. Questo si vede nelle metriche di retention che abbiamo ottenuto – oltre l’80 per cento dei clienti torna a fare più acquisti».
Con l’espansione internazionale di Scalapay, quali sfide avete affrontato e come siete riusciti a mantenere un’identità legata all’innovazione italiana?
«Il team giusto è sempre la sfida più importante in ogni espansione internazionale. Scalapay più che un’azienda è una cultura e i nostri team lavorano tutti verso un obiettivo comune. Ed è questa forte componente culturale ci permette di trovare le persone giuste in ogni paese».
Quali obiettivi vi ponete da qui a cinque anni?
«La nostra visione va oltre il BNPL tradizionale. Puntiamo a diventare la soluzione finanziaria più orientata al cliente in Europa meridionale.
C’è un crescente segmento molto importante di clientela che molte banche non prendono in considerazione, ovvero coloro che non utilizzano i prodotti di gestione patrimoniale o il credito tradizionale. Questi clienti rappresentano per molte banche solo un costo e pertanto non ricevono il trattamento adeguato».
Guardando al futuro, come immagina il futuro dello shopping e del rapporto tra brand e clienti? Come pensate che evolveranno i sistemi di pagamento a rate?
«Dal nostro punto di vista i brand di maggior successo sono quelli che forniscono un elevato rapporto qualità-prezzo (discount, compagnie low-cost) oppure quelli che sanno costruire una relazione con il cliente basata su valori o narrazioni condivise.
Credo che questa tendenza proseguirà. Vediamo un’evoluzione versoun ecosistema dove il pagamento rateale e flessibile è sempre più integrato nell’esperienza di acquisto, ma che aiuta il cliente a pianificare i propri acquisti e, quindi, è presente anche durante la fase di esplorazione».
Qual è la lezione più importante che ha imparato dal percorso che ha portato Scalapay a diventare un unicorno? E quale consiglio darebbe a un giovane imprenditore che sogna di innovare?
«La lezione fondamentale è stata l’importanza di rimanere focalizzati sul cliente. Il nostro successo deriva dall’aver identificato un problema reale – calo in potere di acquisto – e di averlo risolto in modo innovativo.
Il consiglio che darei a un giovane imprenditore è di cercare di capire profondamente i problemi dei propri clienti e costruire soluzioni che creino valore reale».