• 4 Marzo 2025

Nuovo Codice della Crisi d’Impresa

 Nuovo Codice della Crisi d’Impresa

Il nuovo codice della crisi d’impresa: prime esperienze applicative degli operatori. Pubblicato il Quaderno ‘Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa’

Pubblicato il Quaderno ‘Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa’, edito da AIFI nella collana ‘Quaderni sull’investimento nel Capitale di Rischio’, che discute i primi casi applicativi di successo con alcune SGR. Lo Studio Rinaldi e Associati è tra gli autori, assieme allo Studio Gnudi

È stata presentata nei giorni scorsi, presso la sede milanese di RASS – Studio Legale Rinaldi e Associati, la pubblicazione ‘Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa’ per la collana ‘Quaderni sull’Investimento nel Capitale di Rischio’ che AIFI, l’Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt, ha realizzato per fornire agli operatori del settore un agevole strumento di consultazione.

Autori del testo sono i partner di RASS Cosimo Di Bitonto, Andrea Lazzaretti e Sergio Sisia, assieme a Giacomo Ramenghi e Gianluca Settepani, partner dello Studio Gnudi Associazione Professionale, che nell’incontro hanno affrontato le tematiche principali sviluppate nel Quaderno AIFI, mentre una seconda tavola rotonda ha visto Carlo Bosco di Muzinich & Co SGR, Silvio Longari di Clessidra Capital Credit SGR, Andrea Regazzoni di Pillarstone e Paola Tondelli di illimity SGR discutere le prime esperienze applicative del nuovo codice.

Il Quaderno, suddiviso in 5 capitoli, si apre analizzando le sfide che le PMI italiane affrontano in un contesto economico complesso come quello attuale, identificando i fattori interni ed esterni che possono portare alla crisi, tra cui quelli economici, gli errori strategici che possono essere stati commessi, la situazione di crisi o, peggio, insolvenza generata dalle difficoltà di accesso al credito, dalle crisi geopolitiche ed energetiche. Tutti elementi che contribuiscono a rendere fragili le PMI italiane, già per loro natura particolarmente vulnerabili a causa delle piccole dimensioni che le caratterizzano e delle difficoltà nel passaggio di consegne tra generazioni di imprenditori.

Vengono poi analizzati i segnali di allerta e gli indicatori della crisi, con particolare attenzione alla definizione di “crisi” e “pre-crisi” introdotta dal CCII. Il capitolo evidenzia l’importanza di un approccio previsionale, basato sul monitoraggio costante di indicatori finanziari e non finanziari, per identificare tempestivamente le situazioni di difficoltà.

Il secondo capitolo fornisce un quadro generale del CCII, un sistema innovativo di gestione della crisi che si basa su alcuni principi chiave come l’emersione anticipata della crisi con l’obiettivo di prevenire la degenerazione in insolvenza, la preservazione dell’attività aziendale e il soddisfacimento dei creditori. Tra gli strumenti introdotti spicca la composizione negoziata della crisi (CNC): un percorso di negoziazione volontario e stragiudiziale, con il supporto di un Esperto, per il risanamento dell’impresa, oltre agli accordi in esecuzione di piani attestati di risanamento e di ristrutturazione dei debiti, o il concordato preventivo in continuità.

Il terzo capitolo analizza il ruolo e le responsabilità degli organi societari nei processi di turnaround, in particolare in relazione agli assetti aziendali e all’accesso agli strumenti di regolazione della crisi. Il CCII introduce il dovere per gli imprenditori di istituire assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi e della perdita della continuità aziendale. Questo dovere grava sugli amministratori, mentre il collegio sindacale ha il compito di vigilare sull’adeguatezza degli assetti e sul loro concreto funzionamento.

Il CCII introduce una serie di strumenti per la regolazione della crisi, tra cui il percorso di negoziazione volontario e stragiudiziale, con il supporto di un Esperto, per il risanamento dell’impresa; gli atti unilaterali predisposti dal debitore e rivolti ai creditori, con l’attestazione di un professionista indipendente; gli accordi di ristrutturazione dei debiti tra debitore e creditori, certificati da un professionista abilitato, per il risanamento dell’esposizione debitoria, e il concordato preventivo in continuità, con l’obiettivo di salvaguardare il valore dell’impresa e i livelli occupazionali.

Uno spazio particolare, il 5° capitolo, viene dato a un esempio di turnaround di successo, presentando il caso di una società milanese, fondata negli anni ‘80 e titolare di un marchio di grande notorietà internazionale, che ha iniziato la CNC all’inizio di aprile 2023. La società, insieme alla sua controllata operativa nel settore dell’abbigliamento, si trovava in una situazione di squilibrio finanziario dovuta a diverse cause, tra cui la crisi della controllata, l’effetto della pandemia da Covid-19 e del conflitto russo-ucraino, e gli elevati costi di struttura rispetto ai ricavi.

La CNC ha portato alla nomina di un nuovo organo amministrativo composto da tecnici e professionisti di turnaround, e alla ricerca di un investitore industriale per rilanciare il marchio. L’operazione si è conclusa positivamente con la stipula di oltre cento accordi, grazie a diversi fattori chiave, tra cui la diagnosi tempestiva della crisi, l’individuazione e la rapida messa in atto di contromisure, la collaborazione costante e trasparente tra tutti i soggetti coinvolti, l’elevata professionalità dei consulenti, la qualità dei dati e delle informazioni.

In conclusione, i fattori chiave per il successo sono la diagnosi tempestiva, le contromisure rapide, la collaborazione da parte dell’imprenditore, la disponibilità di dati precisi, le misure protettive, il supporto del socio di riferimento e l’attività dell’Esperto.

Leggi altro in Economia

Redazione

Leggi gli ultimi contenuti pubblicati anche sulla nostra testata nazionale https://www.italiaeconomy.it

ADV

Leggi anche