Confine di Stato: un giallo per l’estate

Confine Italia Svizzera
Confine di Stato tra segreti bancari e umani sotterfugi è il primo romanzo di Isabella Venturi
Estate, è tempo di leggere. E cosa c’è di meglio di un avvincente thriller psicologico con rimandi a vicende storiche realmente accadute nel nostro paese? Ne abbiamo parlato con l’autrice, Isabella Venturi, consulente relazionale per aziende, che con la sua opera prima “Confine di Stato. Tra segreti bancari e umani sotterfugi” debutta nel mondo della letteratura.
Residente in Italia, ma nata e cresciuta a Lugano, in Svizzera, ha ambientato nel Canton Ticino il suo romanzo, pubblicato lo scorso giugno da Capponi Editore.
La trama è un espediente letterario per raccontare una vicenda storica durata ben 80 anni: l’esportazione illecita di enormi capitali dall’Italia alla Svizzera.
Nel corso del romanzo viene citata in particolare la legge svizzera del 1934 a tutela del segreto bancario, in seguito alla quale si svilupparono ingentissimi traffici di valuta, in particolare nel trentennio ’60-’90, ossia negli anni in cui la concomitanza del boom economico e il timore per la presenza di governi di centro-sinistra in Italia, finanche con l’appoggio del partito comunista, hanno accentuato la pratica di detti illeciti, protrattasi poi in modo disinvolto fino all’anno di svolta del 2014, quando, grazie ad accordi tra Italia e Svizzera, il segreto bancario tra i due paesi è venuto meno.
La storia narrata, in breve, è la seguente: Miriam -già da mesi ricoverata in ospedale psichiatrico per aver ucciso nell’autunno 2014 due uomini impegnati nel settore finanziario- si rifiuta di raccontare i moventi del duplice omicidio alla Polizia, e sceglie la giovane giornalista Maria per diventare testimone della sua storia di vita. Miriam racconterà a Maria di aver esportato illegalmente nel corso degli anni dall’Italia alla Svizzera centinaia di milioni di lire, arricchendosi lei stessa per milioni di franchi “neri”. La stessa Miriam, a causa delle leggi fiscali da poco approvate a fine 2014/15, si troverà a dover dichiarare al fisco il proprio capitale.
In quel periodo e fino al 2018, infatti, diverse agevolazioni fiscali hanno incentivato la dichiarazione di capitali custoditi nelle banche svizzere, e fatto così emergere miliardi di euro, con gettiti fiscali per i due Paesi decisamente fuori dall’ordinario. Anche da noi, come in altri paesi europei, si infatti è istituita la procedura di collaborazione volontaria in materia fiscale, nota come voluntary disclosure (Vd) che in Italia nasce con la legge 186 del 15 dicembre 2014 (poi reiterata negli anni seguenti).
La Vd è un procedimento di “pacificazione fiscale” per cui chi detiene capitali all’estero non dichiarati può notificarli all’amministrazione facendoli emergere dal nero con imposizioni fiscali contenute. La “collaborazione volontaria” del 2015 ha fatto riemergere 59,5 miliardi di euro, di cui 41,5 depositati in Svizzera. Il gettito per le casse pubbliche italiane, limitatamente a quell’anno è stato pari a circa 4 miliardi di Euro (estratto dal comunicato stampa Agenzia delle entrate 9 dicembre 2015).
Accennato al periodo storico economico e fiscale dell’Italia dagli anni ’60 ai giorni nostri in cui si svolge il romanzo, altrettanto interessanti sono i risvolti umani dei personaggi che animano il racconto. Esso, decisamente originale, vedrà sviluppare un legame particolare tra le due donne principali protagoniste. Miriam, ormai anziana, si rende conto della propria complicità nelle implicazioni poco etiche che comporta il segreto bancario. Maria l’assiste in questo percorso, cercando di aiutarla nel recuperare i milioni di franchi occultati in vari nascondigli, ma soprattutto si adopera per assicurarle una prospettiva morale e per poter concludere la sua vita serenamente.
Il suo primo romanzo è ambientato nel paese in cui è nata e cresciuta. Come ha influito il suo vissuto personale sulla trama?
Credo che i romanzi siano tutti, almeno in parte, autobiografici. Nel mio caso, la motivazione profonda va ricercata nei miei 20 anni, quando cominciavo a cercare di capire le cose del mondo. Il sociologo Jean Ziegler fu uno dei primi a denunciare le peculiarità di questo “paradiso fiscale” che era la Svizzera, situata nel cuore dell’Europa. Con il suo libro “Una Svizzera al di sopra di ogni sospetto”, del 1976, mi aprì una prospettiva nuova sul tema che lega etica e finanza.
Ero rimasta particolarmente colpita dal fatto che in Svizzera il segreto bancario favorisse l’ingresso nelle banche svizzere di ingenti capitali da tutto il mondo senza alcun controllo sulla loro provenienza: la riservatezza era infatti spesso una copertura a favore di traffici illegali. Quando, nel 2014, il segreto bancario tra i miei due paesi Italia e Svizzera è saltato, ho sentito con forza la necessità di contribuire a che se ne parlasse un po’ di più, che non rimanesse “un affare” di nicchia riservato a chi si occupa di finanza. La trama, i personaggi del romanzo sono di fantasia, ma il contesto in cui si colloca è reale.
Per me scrivere questo libro è stato una cosa dovuta, una specie di commemorazione.

In che modo la sua professione ha influenzato la stesura del romanzo?
Io mi occupo di migliorare le relazioni interne nelle organizzazioni.
Credo che la mia attenzione nel cercare di vedere il mondo da diverse angolature per cercare di comprenderne la complessità, si sia affinata grazie alla mia professione. Anche i personaggi del romanzo acquisiscono cammin facendo questa competenza di ascolto, il desiderio etico di interrogarsi sul senso delle cose, sulle proprie responsabilità per risolvere i problemi che ciascuno si trova ad affrontare. Mi interessa molto la complessità dell’animo umano, con la propria parte scura che necessariamente convive con quella chiara.
Miriam, nel corso della storia mette sempre più “in chiaro” la sua vita, evidenziandone luci ed ombre. La copertina del libro esemplifica questo suo stato: dietro le sbarre c’è una persona raffigurata con colori luminosi.
Parliamo del titolo: perché “Confine di Stato”?
Con questo titolo, non intendo riferirmi solamente al confine tra la Svizzera e l’Italia ma anche a un confine di stato interiore, con cui ciascuno a un certo punto della vita si trova a fare i conti. A un certo punto del mio romanzo questo “Confine di stato” lo sintetizzo così: “Alle persone favorite dalla vita, all’improvviso capita qualche cosa di straordinario con cui potersi misurare. Un’opportunità grazie alla quale differenziarsi, superare il proprio confine di stato, fare emergere un ‘io’ fino a ora rimasto sottotraccia.”
Per quale ragione ha deciso di devolvere i diritti d’autore a Fondazione Finanza Etica, gruppo Banca Etica?
Io penso che se ci fosse un’etica bancaria o meglio finanziaria, il mondo sarebbe decisamente migliore. Per un breve periodo ho collaborato con il gruppo di iniziativa territoriale di Banca Etica, e sono una volontaria valutatrice socio ambientale per Banca Etica. Queste esperienze mi hanno permesso di appurare anche sul territorio l’impegno della stessa Banca a favore di un mondo migliore, e spero che i miei lettori vogliano saperne di più, vorranno informarsi, faranno le proprie scelte economico-finanziarie forse in modo più consapevole.
Se mi permette vorrei chiudere con una curiosità: la riflessione a conclusione della stesura di “Confine di Stato tra segreti bancari e umani sotterfugi”, ha aperto la strada per la nascita
dell’Associazione Fortepiano, che, facendo propri alcuni degli obiettivi ONU 2030, tende a favorire sinergie tra le diverse componenti sociali ed economiche, sensibili allo sviluppo sostenibile.
Nel sito della stessa associazione è possibile trovare informazioni su Fortepiano oltre che sul mio romanzo.
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